La Pellegrini è solo settima nei 200 stile libero ai Mondiali di Dubai, ed esplode contro l'allenatore Morini: "Non posso lavorare così. Non ho paura di perdere, ma in acqua non sono più io. A gennaio bisogna ripartire subito"
LaPresse DUBAI, 20 dicembre 2010 - Federica Pellegrini strappa con Stefano Morini. Dopo il bronzo nei 400 sl di venerdì aveva detto: "A gennaio devono cambiare molte cose, ma non cambio allenatore". Ieri dopo il settimo posto nei 200 sl (gara vinta dalla francese Muffat) ha detto che i margini sono vicini allo zero per recuperare il rapporto tecnico. Non "perché ho perso" ma perché a Dubai è deflagrata un’altra crisi con Stefano Morini, l’allenatore che Federica Pellegrini aveva scelto dopo la morte di Alberto Castagnetti nell’ottobre di un anno fa. Un altro sabato sera fatale: prima di una gara. Come agli Europei di Budapest, tra l’olimpionica e l’allenatore il contrasto riguarda la partecipazione o la rinuncia a una gara: "Lì c’era pure il problema della febbre, e fu un patatrac. Qui, io non ho accettato di rinunciare ai 200: la sera prima non ci si tira indietro. Io non ho paura: i veri campioni non rinunciano quando non sono in forma".
- Magari le avrebbe voluto evitare il trauma della sconfitta.
"Ma non è la sconfitta che fa male e l’ho esorcizzata: non mi va di non essere ascoltata e soprattutto non mi va bene che ogni volta debba succedere prima della gara. Così si perde in partenza. Questo è stato il secondo episodio spiacevole".
- È rottura, insomma?
"Non posso lavorare con gente che non regge le pressioni, forse l’avranno influenzato. E dal lato tecnico non mi sento soddisfatta, non mi sento io in acqua: non sono riuscita a fare due volte i 200 allo stesso modo. Posso stare anche male, non riesco ad alzare le braccia ma devo sentirmi io in acqua, tecnicamente non lo sono anche se mentalmente sono a posto. Da sabato sera forse sono solo più sola, ma io e Daniele (Popolizio, lo psicologo, ndr) tiriamo dritti. E non so se ci saranno margini per recuperare il rapporto. Si badi: Moro è una bellissima persona, ma dopo un anno sta emergendo l’incompatibilità di carattere. Pensavo che all’inizio fosse dovuta alla mancanza di Alberto, ora è difficile recuperare questo rapporto".
- Pentita di averlo scelto?
"Io ci ho creduto assolutamente fino a quando siamo arrivati qui. Non faccio questa scelta perché ho perso, ma perché sono successe cose che non mi hanno fatto stare bene".
Cosa farà, adesso? Non è un pericolo un cambio in corsa?
"Non voglio fare come ai tempi di Milano che aspettai due anni a cambiare. A gennaio bisogna ripartire subito".
- Si dice che Marin stia ripensando alla soluzione californiana da Dave Salo.
"Ma Luca può anche andare 3 mesi negli Usa. Il problema di ricreare gli equilibri tecnici e di supporti altrove è più difficile per me. Ci devo ragionare a mente fredda, sono ancora troppo sotto le gare".
- A Verona ci sarebbe il vice di Morini e già di Castagnetti, Federico Bonifacenti.
"Può essere un’ipotesi, così come a Verona potrebbe venire un tecnico straniero. Ho delle idee in testa, ci penserò sotto Natale: o magari non cambio e si chiarisce col Moro perché mi dispiace cambiare: ma i margini sono stretti. Oppure faccio da sola...: tanto i quaderni di Alberto li ho. E a proposito: non mi è piaciuto che siano diventati oggetto di convegni".
- Che cosa dovrebbe fare un nuovo tecnico?
"Vorrei che chiudesse le porte della piscina per preparare Shanghai e poi Londra. Non vorrei più trovarmi in una situazione in cui non c’è più tempo per rimediare".
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